Due è meglio di uno..

Yoga è unione, condivisione del proprio essere attraverso l’accettazione dei nostri punti forti e dei nostri punti deboli. La sequenza che vi presento è proprio il risultato di una condivisione tra me ed una mia amica, attraverso il mio percorso esperienziale e di studi ho ideato una serie di posizioni atte a soddisfare la sua necessità di riscoprire ilterza_fase proprio corpo.

Con marjariasana, o posizione quadrupedica, andiamo a ritrovare l’elasticità della colonna vertebrale in maniera frazionata; prima solo la parte lombare e poi solo la parte dorsale. La posizione completa verrà comunque sperimentata al termine di questo frazionamento con una piccola variante, per stimolare la forza sulle spalle e sulle braccia. Nell’espiro la chiusura è quella classica, al termine bisognerà scendere con i glutei verso i talloni per poi risalire gradualmente, con l’aiuto dell’inspiro, mantenendo il busto parallelo al pavimento che scivola lentamente in avanti. Al termine dell’inspiro deve essere raggiunta la posizione di apertura classica.

Dopo aver sperimentato questo movimento fluido ho trovato interessante rimanere con i glutei sui talloni e le ginocchia aperte almeno quanto le spalle. I gomiti a terra posti davanti alle ginocchia, con gli avambracci che si toccano e le mani aperte verso l’alto, servono per mantenere stabile e comoda la testa che vi sarà poggiata sopra. In questa posizione è meraviglioso sperimentare agnisara dhauti perchè l’addome è libero di effettuare il movimento di apertura e chiusura. L’unica accortezza è limitare questo movimento “forte” se ci troviamo ad eseguirlo la sera, eventualmente alleggeriamolo sperimentando il movimento in base alle fasi respiratorie.

Prima di sollevarsi facciamo un breve passaggio nella posizione accovacciata andando a sperimentare la rotazione del busto, suggerisco sempre di far attenzione al bacino che deve rimanere frontale mentre ci giriamo; mentre, nulla ci vieta di inserire la contrazione del pavimento pelvico alla fine dell’espiro quando ci troviamo nella posizione di abbandono in avanti.

Rimanendo sempre attinente al disegno, e senza aggiungere altre varianti, con il movimento delle ginocchia che si avvicinano e si allontanano dal pavimento andiamo a stimolare le dita dei piedi nell’espiro mentre nell’inspiro allunghiamo in tutte le sue fasce muscolari (centrali e laterali, braccia comprese) della colonna vertebrale. Raggiunta la posizione eretta si sperimenta l’allineamento della colonna e lo stiramento delle fasce laterali del busto, nel primo stiramento le gambe sono ben toniche e la retroversione ci fa sperimentare l’allungamento soprattutto del sacro.

La sequenza ha termine con l’assunzione della posizione della bilancia, o tulitasana, proprio per concentrare il proprio sguardo verso l’interno mentre si scende gradualmente sulle gambe. Un momento di rilassamento nella posizione sdraiata, o shavasana, è di aiuto per riattivare i sensi verso l’esterno.

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