Io ed il mio problema…

E’ bellissimo avere la possibilità di comunicare con il proprio corpo… Anche se non ce ne accorgiamo riceviamo continui messaggi, basta soltanto fermarsi ed ascoltarli! 🙂

In questi ultimi giorni ho subito una contrattura molto forte alla parte dorsale. Lascio a voi immaginare il mio stupore, perché un’insegnante di yoga non può avere questo tipo di problemi….. Invece si perché anche io sono umana e come tale “scarico” sul corpo le mie emozioni.

Il giorno “del fattaccio” sono andata dalla mia insegnante ed abbiamo fatto una lezione maggiormente incentrata sull’allungamento e scioglimento del tratto dorsale e cervicale. I risultati a livello fisico non sono stati quelli sperati ma…. Perché c’è sempre ma…. Ho avuto la possibilità di entrare in contatto con la parte dolente. Le uniche cose che ho fatto per i due giorni successivi sono stati dei semplici movimenti di antero e retroversione tenendo la testa in trazione con le mani nella posizione supina. Quando mi portavo a terra arrotondavo tutta la colonna per permettere al tratto dorsale di massaggiarsi con il respiro, il movimento di discesa era interminabile e l’addome era sempre vigile per permettere un completo allungamento della parte posteriore.

Al terzo giorno ho iniziato ad avvertire dei miglioramenti e cosi’, una volta raggiunta la posizione supina come indicato sopra, ho osato scivolando con le braccia all’altezza delle spalle per effettuare degli allungamenti al ritmo dell’inspiro e dell’espiro. Un gesto apparentemente facile ma molto sottile perché bisogna portare la consapevolezza sul braccio interessato facendo partire il movimento dalla scapola…. Ovviamente non contraendo nessun muscolo 🙂

Al quarto giorno, ovvero oggi, mi sono concessa di andare avanti con questo cammino… Il corpo e la mente sono propositivi nella buona riuscita dell’impresa, che inizialmente sembrava molto ardua 🙂  nella posizione eretta ho iniziato in samasthiti per prendere coscienza del corpo e dei miei appoggi, poi ho proseguito con ashta karana, gli otto movimenti della colonna vertebrale, e poi sono scesa nella posizione quadrupedica arrotondando la colonna nella fase espiratoria. Qualche movimento in marjariasana e poi allungamento della colonna in shashankasana. Breve passaggio in vajrasana per entrare in contatto con la colonna vertebrale, approfittando della posizione ho avuto modo di mettere in atto una respirazione yogica completa (che mi interiorizzato maggiormente). Successivamente ho proseguito portandomi nella posizione supina, con gli accorgimenti che già ci ho esposto precedentemente, ed una volta arrivata a terra mi sono concessa un paio di respiri per sentire il contatto con il pavimento. Trovandomi con i piedi già vicino ai glutei ho preso la testa con le mani, tenendola in trazione, e ho iniziato i classici movimenti di antero e retroversione; con il passare dei movimenti mi accorgevo che qualcosa stava cambiando ed un senso di espansione nella parte posteriore stava prendendo piede. Nell’inspiro ho aperto le ginocchia verso l’esterno ed ho continuato con questo movimento di ammorbidimento della parte posteriore, curando molto la fase legata all’esprio perché la sento più affine al momento che sto vivendo. Ho necessità di una torsione e quindi inspirando apro i gomiti al pavimento e nell’espiro successivo porto il ginocchio destro su quello sinistro, la testa gira a destra naturalmente. Rimango nella posizione qualche respiro e poi nell’inspiro ritorno nella posizione iniziale, pronta per ripetere la torsione nella parte opposta. Vivo l’apertura nell’inspiro e nell’espiro sento che la posizione si accomoda … Vivo la lateralita’ e mi sento completa! Terminata questa fase porto le gambe al petto e, sempre con la testa sulle mani, nell’espiro la sollevo portandola fra le ginocchia. A polmoni vuoti torno al pavimento ed inspiro una volta raggiunto il tappetino (l’allungamento è maggiore in questo modo… Provate), ripeto per qualche volta e poi depongo braccia e testa a terra in ascolto. Continuo e nell’inspiro sollevo le braccia per poi portarle ai lati della testa. Congiungo i palmi ed espirando avvicino le mani alla testa, inspirando le allontano nuovamente in allungamento. Non dimetico la retroversione che deve essere sempre presente per permettere alla colonna di ristabilire le curve naturali. Tutti i movimenti sono stati eseguiti in base alle fasi respiratorie e non come un esercizio meccanico!

Riposo ed ascolto delle sensazioni in shavasana.

La morale di questa vicenda secondo me è: è possibile stabilire un contatto più forte con il proprio corpo aprofittando dei momenti di difficolta’ fisica e/o emotiva rispettando i tempi di riposo per permettere la ripresa, cosa difficilissima per l’uomo occidentale che è in continuo movimento.  Solo stabilendo questo legame e’ possibile prendere le giuste decisioni arricchendosi sempre di più, essere consapevoli ed accettarsi questo è quello che ci insegna lo yoga.

OM SHANTI

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