I Kosha

L’uomo dentro di sé contiene lAtman che si manifesta interiormente in cinque forme o kosha, i quali rappresentano i diversi aspetti del nostro essere. Facciamo parte dell’universo e per questo dobbiamo considerarci un piccolo corpo che si trova nel grande corpo, gli stati di questi ultimi contribuiscono alla nostra trasformazione.

Attraverso la pratica sul corpo iniziamo un percorso di trasformazione che dall’esterno arriva fino all’interno, in prima battuta a livello fisico e successivamente anche a livello mentale. Un percorso che tende ad aggiungere tasselli senza mai toglierne uno, ma il bello è che più ne aggiungiamo e più siamo sopraffatti dal senso di stabilità.

L’involucro più esterno è annamayakosha ed è il corpo fatto di cibo, con asana prendiamo coscienza dei nostri punti di forza e delle nostre debolezze. Con la realizzazione di asana emerge pranayama e ci si introduce al secondo involucro  pranomayakosha,  il corpo energetico. La percezione che si acquisisce nel praticare dà la possibilità di sentire e veicolare il prana nel corpo, ed è attraverso pranomayakosha che annamayakosha entra in contatto con manomayakosha. Il terzo involucro rappresenta la mente nutrita dai pensieri e dai ricordi, la mente istintuale. Le emozioni si ripercuotono sul corpo e sul respiro e quindi lavorano anche sul mentale, basta praticare per renderci conto che il respiro si placa quando la mente è rilassata ed una mente è calma quando il corpo è statico ma attivo. La trasformazione su questo kosha è importante perché ci purifichiamo dai condizionamenti e tendiamo la mano verso il quarto involucro, vijnanamayakosha. L’intelligenza discriminante che fa differenza tra ciò che è visto e ciò che è visibile, una mente libera da ogni condizionamento emotivo che ci fa sentire aperti alla verità delle cose. E solo da questo stato si può prendere il contatto con il più sottile degli involucri, anandamayakosha, il corpo fatto di beatitudine che il meditante deve superare per arrivare all’Atman.

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