La simbologia della spirale

Questo articolo conterrà tutti i concetti base reperiti per il seminario svolto il 19/03/2017, ad eccezione della lezione che è stata effettuata. L’ idea della spirale mi e’ stata suggerita dal metodo spiraldynamik applicato nello yoga, le cui informazioni sono reperibili all’indirizzo ‘http://www.yogagenova.it/yoga.php?id=spiraldynamik&rid=spiraldynamik‘. Il testo principale delle mie ricerche è stato ‘Hatha-Yoga Posizioni di rotazione’, vi accenno che è quasi irreperibile… è stata veramente una gran fatica trovarlo ma ne è valsa la pena!

Il libro è strutturato in una maniera interessante, secondo me, perché i vari capitoli di cui è composto sono scritti da diversi insegnanti di yoga. In questo modo c’è la concreta possibilità di vivere il concetto della spirale sotto vari punti di vista.. ovviamente io ho fatto miei quelli che erano più consoni al mio seminario.

Yvonn MILLERAND da subito fa una distinzione tra rotazione e circumduzione. Nella rotazione si ruota il corpo attorno ad un asse fisso, la circumduzione è simile alla rotazione ma riguarda solo le articolazioni (piede, caviglia, ginocchio, femore, mano, polso, gomito, spalla, testa ed occhi).

La rotazione della parte dorsale avviene attraverso l’utilizzo di una catena muscolare:

  • longitudinale, che mantiene in estensione la colonna
  • obliqua, che permette la rotazione delle vertebre grazie ai corti muscoli paravertebrali

In ultimo consiglia questa tipologia di posizioni asimmetriche perché si va a lavorare in profondità combattendo la quotidianità e tutte le posture sbagliate che si assumono.

Anche Remy CHALOIN mette l’accento sull’utilizzo delle posizioni asimmetriche. Secondo il suo punto di vista favoriscono l’apertura e la chiusura dell’emitorace e la circolazione energetica su una nadi in particolare. In questo caso è compito del praticante:

  • prendere coscienza della narice più attiva come se fosse un testimone. Solo in questo caso la ricezione di quando sta accadendo non viene falsata dalla nostra mente.
  • porre l’attenzione al respiro per supportare una giusta postura nella fase statica

Per quanto riguarda il concetto di torsione ci indica che si tratta dell’applicazione di una coppia di forze che producono la rotazione di un corpo attorno ad un asse. Tale movimento è circoscritto alla colonna vertebrale (zona cervico-dorsale e/o dorso-lombare) ed è riconosciuta solo nelle posizioni sedute, supine, in piedi. Inoltre propone una tecnica di auto-allungamento nella posizione seduta che è molto interessante, l’ho provata e devo confessarvi che è molto efficace.

A Patrick TOMATIS spetta il capitolo più lungo del libro per quanto concerne l’associazione del concetto di spirale con le asana. Fa subito una distinzione tra reagire ed agire per porre l’accento dell’importanza degli inquinanti mentali sul nostro corpo. Difatti, la reazione agli eventi esterni avviene attraverso i condizionamenti accumulati che possono essere di due tipologie:

  • psichici, i quali fanno riferimento all’educazione ricevuta ed all’ambiente culturale in cui si è cresciuti
  • corporei, i quali fanno riferimento alle abitudini inopportune che non favoriscono il giusto funzionamento del corpo

La reazione emotiva per essere pura ed indipendente dalla sezione suddetta deve essere intensa e rapida, solo in questo caso sarà possibile agire senza condizionamenti.

Per le motivazioni suddette coloro che hanno rigidità nel movimento di rotazione dimostrano una riduzione del libero arbitrio. Per libero arbitrio si intende la capacità di scegliere il cammino che vuole il Sé non sottomettendosi al Dharma, la legge divina, e diventando così l’agente attraverso cui si manifesta il Divino.

Per quanto riguarda il concetto di rotazione suggerisce di seguire la peristalsi intestinale, per tale motivazione è opportuno chiudere prima la parte destra del busto. La posizione può essere assunta con il supporto del respiro in base al risultato che si vuole ottenere. Assumendo la posizione nella fase inspiratoria  si può lavorare sull’allungamento della colonna, sull’apertura della gabbia toracica oppure sull’apertura dell’emitorace che rimane in apertura durante la rotazione. Nell’eventualità si volesse assumere la posizione nella fase espiratoria si andrebbero a rilassare le resistenze muscolari che potrebbero nascere. In qualsiasi caso lavorare su questa tipologia di posizioni porta ad una purificazione della cavità addominale per via della compressione che viene effettuata.

Boris TATZKY, con la sua innata capacità di rendere semplice qualsiasi concetto, da subito ci dice che il concetto di realizzazione dell’essere umano si traduce: nella presa di coscienza della propria essenza e nella fusione del tutto.

Successivamente pone l’attenzione sulla posizione di Ardha Matsyendrasana, in qualità di posizione archetipica descritta nell’HYP.

Anche Jean-Pierre LAFFEZ prende in considerazione Ardha Matsyendrasana come postura seduta pura, oltre alla posizione discesa sul fianco. Inoltre, descrive la rotazione a livello biomeccanico considerandola un movimento attorno ad un asse vertebrale. Per tale motivazione ci spiega che la colonna vertebrale è formata da due colonne, solidali una all’altra. Nella parte anteriore c’è una sovrapposizione dei corpi vertebrali, i quali sono separati dai dischi intervertebrale. Nella parte posteriore assistiamo ad una successione di archi che determina solidità e movimentazione della colonna vertebrale.

  • Nella regione CERVICALE i dischi sono più spessi ed il numero delle vertebre è maggiore rispetto all’altezza del movimento. Per tale motivazione il movimento è più ampio anche se la testa ruota grazie a C1 e C2.
  • Nella regione DORSALE la gabbia toracica e lo spessore dei dischi riducono il movimento di rotazione. La torsione è facilitata dalle apofisi articolari che scivolano una sull’altra.
  • Nella regione LOMBARE i dischi sono più spessi ed il movimento dipende dalla massa addominale. La torsione è ridotta per via della disposizione e dell’orientamento delle apofisi articolari.

Vi suggerisco di leggere anche l’articolo relativo alla posizione di Ardha Matsyendrasana

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