Naman Pranamasana o “posizione dell’inchino”.
Tratta dal libro di Swami Satyananda tale posizione può essere vista come un asana che permette a tutti i praticanti di entrare in contatto con il chakra più alto, bindu visarga o sahasrara chakra.
Si parte da vajrasana per poi evolvere afferrando la parte inferiore dei polpacci con le mani corrispondenti, i pollici devono essere rivolti verso l’alto. Nella fase espiratoria portare la fronte a terra davanti alle ginocchia. Durante l’assunzione della posizione finale le braccia devono rimanere a servizio del movimento del busto e non devono mai staccarsi dai polpacci. Inspirando sollevare il bacino dai talloni e ruotare con la testa a terra fino a toccare con la sommità il pavimento. Le cosce devono rimanere perpendicolari al pavimento e il mento deve essere verso la fossetta dello sterno. Rimanere in statica dai 5 ai 20 secondi e poi ritornare nella posizione di partenza con la fronte a terra, ripetere per 5 volte.
Questo asana può essere considerato preparatorio a sirshasana, poiché permette al cervello di adattarsi alla maggiore pressione alla quale si va incontro nelle posizioni capovolte.
Non deve essere praticata da coloro che:
- soffrono di vertigini
- hanno la muscolatura del collo debole
- soffre di ipertensione
Buona pratica!