Nono giorno con Patanjali

Dopo aver sviscerato il concetto di ishvara pranidhana con i sutra precedenti, andremo ora ad affrontare gli ostacoli che si incontrano sul percorso e le eventuali possibilità per affrontarli.

SAMADHI PADA – SUTRA 30,31,32,33

Vyadhi-styana-samsaya-pramadalasyavirati-bhranti-dharsanalabdhabhumi-katvanavasthitavani citta-viksepas te ‘ntarayah” – malattia, apatia, dubbio, negligenza, indolenza, inclinazioni mondane, illusione, non attingimento di uno stadio, instabilità, questi determinano la distrazione e ne costituiscono gli ostacoli.

Gli ostacoli menzionati sopra appartengono ad una tipologia di individuo che non riesce a focalizzare il risultato finale da raggiungere, oppure é costantemente agganciato all’esterno. Nella disciplina dello yoga l’interiorizzazione richiesta é molto difficile perché necessita di vari fattori, considerando anche la tipologia sottile di analisi a cui si va incontro. La mente dello yogi deve essere rivolta verso l’interno per avere la possibilità di incontrarsi senza lasciarsi inquinare da ciò che lo attira all’esterno. Patanjali ha indicato nove condizioni del corpo e della mente che provocano viksepa, o mente distratta, e che ostacolano lo yogi nel suo percorso:

  • Malattia, tale condizione veicola costantemente la mente verso i messaggi del corpo. Asana e pranayama sono pratiche inserite nell’hatha yoga per donare una salute perfetta.
  • Apatia, un affaticamento cronico di origine psicologica che fa sentire la persona non all’altezza delle energie richieste anche se in salute.
  • Dubbio, nel momento di maggiore sconforto che occorre una fede incontrollata da parte dello yogi. Gli umori ed i dubbi indeboliscono la forza nel percorso e lo rendono buio, con la determinazione la luce rispecchia e rende tutto più facile.
  • Negligenza, considerando con attenzione le situazioni della vita si rischia di porsi in una maniera abitudinaria sulla via dello yoga.
  • Indolenza, per amore o per agio si cede alla via più facile per assecondare soprattutto la parte psicologica. Per tale motivazione bisogna essere disciplinati e rimanere in salute.
  • Propensione al mondo, l’interesse mondano é la causa principale dello spostamento verso l’esterno dei propri interessi.
  • Illusione, generalmente dipesa da mancanza di discriminazione. Non riuscire a distinguere le cose essenziali da quelle non essenziali farà scaturire un blocco spirituale nel proprio progresso individuale.
  • Non raggiungimento di uno stadio, il raggiungimento del samadhi deve avvenire dopo essere passati per dharana e dhyana. L’appiglio che viene utilizzato per passare da uno stato all’altro potrebbe essere causa di distrazione, solo chi ha sviluppo la pazienza e la capacità di abbandono riuscirà senza fermarsi.
  • Instabilità, a livello mentale quando si passa da uno stadio all’altro riuscendo a mantenere per poco tempo il progresso ottenuto.incontrarsi senza lasciarsi inquinare da ciò che lo attira all’esterno.

Duhkha-daurmanasyangamejayatva-svasa-prasvasa viksepa-sahabhuvah” – dolore, disperazione, nervosismo e respiro difficile accompagnano una mente distratta

La sofferenza mentale si ripercuote sul corpo e sul respiro, creando cosi ansia e stati di agitazione continui. Patanjali nei sui sutra tratta le condizioni particolari della mente che provocano visksepa (vedi sutra precedente) e che disturbano dharana, dhyana e samadhi. La riconduzione ai Klesha e’ di grande importanza in questo sutra per capire come affrontare il problema.

“Tat-pratisedhartham eka-tattvabhyasah” – l’applicazione intensa di un principio rimuove gli ostacoli

Le indicazioni fornite da Patanjali servono per invertire la mente portandola “naturalmente” ad una introspezione. Una volta accaduto ciò sarà possibile sconfiggere quanto indicato nel sutra 30, chi auspica a portare lo yoga fuori dal tappetino dovrà affrontare con energia sia la pratica sia la conoscenza di se stesso.

Maitri-karuna-muditopeksanam sukha-duhkha-punyapunya-visayanam bhava-natas citta-prasadanam” – la mente si rischiara coltivando l’amicizia, la compassione, la lietezza e l’indifferenza nei riguardi della felicità, della miseria, del vizio e della virtù

Coltivando l’amicizia, la compassione, l’apprezzamento e l’indifferenza nei confronti del dolore ( così come accade nei confronti del piacere) si porta la mente a ragionare in maniera logica; raggiungendo un ragionamento privo della parte emozionale si entra in contatto in armonia con la legge suprema e non si scatenano situazioni di malessere interiore.

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