Salabhasana

O posizione della Locusta considerando che salabha vuol dire cavalletta.

Salabhasana richiede un notevole sforzo fisico ed è molto utile per rinforzare la parte inferiore della schiena e massaggiare tutti gli organi addominali. Considerando la contrazione della gambe e dei glutei che viene richiesta per eseguire questo asana abbiamo una maggiore stimolazione di swadhistana chakra. Ovviamente chi soffre di patologie particolari (ipertensione, debolezza cardiaca, ulcera…) può eseguirla con delle varianti oppure può astenersi nell’eventualità risulti “scomoda” al proprio corpo.

Si parte dalla posizione prona con la fronte o il mento a terra, le braccia sono poste lungo i fianchi con i palmi rivolti verso il pavimento. Le gambe sono unite ed il dorso dei piedi è a contatto con il pavimento, il bacino è in retroversione per impedire alle vertebre lombari di avvicinarsi troppo tra di loro. A polmoni pieni sollevare le gambe verso l’alto, mantenendole unite e dritte con la forza delle braccia e della muscolatura bassa della schiena; quindi, il peso del corpo è tutto sul petto e sulle braccia. Swami Satyananda propone di eseguirla 5 volte in dinamica, tornando nella posizione di partenza nella fase espiratoria, e 3 volte nella fase statica dove la respirazione dovrà essere profonda e lenta. E’ possibile che durante l’esecuzione il battito cardiaco subisca una variazione, è consigliabile attendere la normalizzazione tra una fase e l’altra lasciando la fronte a terra oppure girando la testa lateralmente in maniera alternata. Per agevolare la salita delle gambe con minore sforzo è possibile posizionare le mani chiuse a pugno nella cavità del inguine, invece di lasciarle lungo il busto. Potrete constatare che ergeranno maggiormente ed in modo più agevolato, potremmo anche pensare di far eseguire salabhasana in questo modalità ai  principianti le prime volte, al fine di “abituare” la muscolatura alla posizione classica.

Van Lysebeth, con l’attenzione che lo contraddistingue da tutti gli altri insegnanti, propone tre stadi di esecuzione che sono rispettivamente: ardha salabhasana, salabhasana e salabhasana progredita.

Il primo stadio io lo adoro.. per me è in assoluto la posizione più interessante da vivere di tutte le posizioni prone.

La posizione di partenza è uguale a quando indicato sopra, nell’esecuzione verrà sollevata una sola gamba
ardha salabhasana
facendo attenzione a non ruotare il bacino; anche i muscoli del corpo che verranno impegnati saranno solo quelli relativi alla gamba in estensione. L’attenzione deve essere posta sulla contrazione della muscolatura e non sul sollevamento della gamba. Nella posizione di salabhasana viene posto l’accento sull’appoggio delle mani le quali devono toccare terra solo con  le dita, il palmo deve rimanre leggermente sollevato con una forma a coppetta.

salabhasana_progredita

Invece, la forma progredita richiede una grandissima tonicità muscolare ed una scioltezza nella parte lombare. Prima di tutto bisogna portare le mani al centro del busto con le dita incrociate, come a formare una base per quando l’asana prenderà forma. A polmoni pieni con una forte contrazione sollevare verticalmente il bacino e le gambe. In questo caso l’appoggio è esclusivamente sul mento, sulle spalle e sulle braccia. Vista la difficoltà di questa ultima variante l’esecuzione spetta a chi ha una grande dimestichezza con la posizione classica.. io non mi ci sono mai avvicinata sinceramente.

Per quanto mi riguarda ogni volta che la eseguo scopro sempre nuove cose anche se non fa parte della lista degli asana preferiti, e proprio questo mi fa pensare che tra noi c’è un rapporto di amore e di odio… :o)

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