Un articolo ritrovato nel promemoria dei ricordi ..

Per la sospensione estiva dei corsi con la mia insegnante sono costretta, con mio grande dispiacere, a praticare da sola.

La mattina come preparazione alla giornata snervante, assolata, calda e chi più ne ha ne metta … eseguo dei cicli di saluto al sole. L’esecuzione di questa bellissima sequenza prevede delle varianti al fine di renderla il più completa possibile, quindi ho provveduto all’inserimento di una rotazione e di un allungamento della parte laterale del busto.

Superato lo shock iniziale di dover mettere da parte gli appuntamenti settimanali con il gruppo ho osservato la situazione da un’angolazione diversa e mi sono detta: ‘Francesca questa per te è una possibilità di arricchirti attraverso pratiche specifiche per il tuo corpo’.

Faccio l’insegnante di yoga e “costruisco” le lezioni sulla base delle esigenze dei praticanti perchè non riuscire su se stessi!! Difficilissimo… veramente difficile.. anche perchè quando si pratica in gruppo si crea una sinergia che rende la lezione un’esperienza senza precedenti. ;o)  Così, non potendo replicare il mondo incantato del gruppo, ho deciso di intraprendere un percorso il cui scopo è quello di vivere asana un pò più “avanzate” che non è possibile effettuare in un gruppo misto.

Il primo asana che mi è venuto in mente è stato la GRU.

Leggendo qua e là, e prima di addentrarmi nella tecnica vera e propria,ho scoperto che:

– Andrè Van Lysebeth la chiama Kakasana, ovvero la posizione del corvo, e  la suggerisce come pratica preparatoria a Mayurasana.

– Satyananda la chiama Baka Dhyanasana, ovvero la posizione della gru paziente. Con il nome Bakasana viene raffigurata una posizione simile a quella di Mayurasana.

Insomma, ci sono degli elementi comuni ma questa è la prova che ognuno chiama le posizioni come vuole :oD

Yoga Journal ha l’abitudine di raffigurare delle piccole sequenze dove presenta un asana in particolare; nel mese di novembre, per l’appunto, evidenziava come è possibile progredire in posizioni in cui noi stessi abbiamo paura di fallire. Una cosa che mi piace delle loro rappresentazioni è che usano i supporti ai quali io non sono abituata.. Infatti per l’esecuzione della gru suggerisce le prime volte di poggiare la testa su un mattoncino posto davanti a se, e solo dopo sollevare i piedi in modo asincrono.. un buon inizio per esplorare quanta forza dobbiamo applicare per sorreggerci.

Una cosa difficile di questa posizione  è legata al lasciarsi andare e sollevarsi senza aver paura di cadere in avanti. I giusti pesi portano ad un equilibrio e rendono la posizione stabile e comoda. Vediamo nel dettaglio i consigli dei grandi maestri:

1. Satyananda

Posizione di partenza accovacciata con il peso del corpo sulle dita dei piedi, mani poste sul pavimento davanti ai piedi stessi. Gomiti leggermente flessi e ginocchia posizionate sulla stessa linea delle ascelle. Inclinarsi in avanti per far aderire le ginocchia con le ascelle, trasferire il peso sulle braccia e sollevare i piedi dal pavimento. I piedi devono essere uniti ed il bilanciamento deve avvenire tramite l’unione delle ginocchia con le braccia. Lo sguardo è posto sulla punta del naso, nasikagra dristi, molto probabilmente per avere più equilibrio.. Baka Dhyanasana può essere praticato sollevando ed abbassando i piedi oppure in statica per quanto possibile. Nella nota pratica viene indicato che questo asana richiede più coordinazione che forza muscolare. Come asana di compensazione viene suggerito Advasana.

2. Van Lysebeth

Posizione di partenza accovacciata con le mani a terra ad una distanza di 50 cm dai piedi. Le ginocchia sono poste tra i gomiti ed i piedi sono ad una distanza di circa 30 cm tra di loro. Le braccia sono leggermente piegate e lo sguardo è davanti a se. In un primo tempo bisogna limitarsi a sollevarsi sulla punta dei piedi il più possibile in alto, portando le ginocchia a contatto con le ascelle. Solo successivamente è possibile fissare un punto davanti a se spostando la testa e le spalle in avanti fino a che gli alluci si sollevano dal pavimento. Il peso deve essere ripartito sulle mani e sulle dita, per fare più presa incavare i palmi e piegare leggermente le dita. Per rimanere nella posizione finale l’addome deve essere contratto e le gambe devono essere unite alle braccia. Avvicinare gli alluci e mantenere la posizione per 10 secondi.

In conclusione ho provato ed è stato un mezzo disastro, ma non demordo… :o)  Il problema maggiore che ho potuto constatare è quello di posizionare le ginocchia nelle ascelle, oltre al discorso legato all’equilibrio che è stato leggermente risolto. Vi terrò aggiornati sul proseguirsi dei tentativi.. :oP

In data odierna, 09/09/2015, ho trovato su internet questo tutorial pubblicato da yogajournal.com che potrebbe essere interessante:  http://www.yogajournal.com/video/arm-balances/video-jeffrey-posners-arm-balance-tutorial/

Lascia un commento