Virabhadrasana III

Virabhadrasana è un asana con diversi livelli di esecuzione, in questo articolo ci limiteremo a presentarne solo il terzo ed ultimo. Il suo nome deriva dal divino Virabhadra, al quale è stata dedicata la posizione detta anche “posizione del guerriero”. Un guerriero, che in realta’, cerca di sconfiggere l’ignoranza che è la madre della sofferenza nell’universo. La sua esecuzione richiede equilibrio e stabilità, grazie alla forza nelle gambe e nelle braccia. In tutta l’esecuzione l’addome è tonico ed il busto è allineato. La posizione di partenza è in piedi con le gambe poste sulla stessa linea delle anche, inspirando portare le braccia ai lati della testa ed espirando mettere la retroversione del bacino rilassando le spalle. Per permettere di mantenere un giusto equilibrio dobbiamo avere lo sguardo rivolto verso un punto e dobbiamo essere proiettati verso il nostro interno, non demoralizziamoci se non riusciamo a mantenere la posizione per molto tempo ed utilizziamo l’espiro per riacquistare la stabilità, nell’eventualità ci sentiamo “barcollare” troppo sul piede d’appoggio. Utilizzare l’inspiro per percepire l’allungamento di tutto il corpo, a polmoni pieni spostare il peso del corpo sulla gamba sinistra. Espirando flettiamo il busto in avanti e lasciamo sollevare la gamba destra che dovrà rimanere tesa ma non eccessivamente contratta. Il movimento tra busto e gamba è proporzionale, più ci flettiamo in avanti e più acquistiamo stabilità. La respirazione deve avvenire in ujjay per permettere l’assottigliamento dell’aria in entrata ed in uscita, se riusciamo manteniamo mula bandha per rimanere in contatto con la nostra radice.  Le difficoltà che potrebbero incontrarsi nell’esecuzione di questo asana potrebbero essere legate a:

– debolezza dell’addome

– debolezza degli adduttori

– muscoli posteriori delle gambe poco flessibili ( nella gamba posteriore è richiesto un forte allungamento)

– eccessiva contrazione del grande gluteo

In base a quanto suddetto suggerirei di inserire questo asana in una lezione soltanto dopo aver ‘trattato’ i punti cardine per renderla stabile e confortevole. Nell’esecuzionesuggerisco, in primis a me stessa, di immaginare due degli oggetti alle due estremità che devono essere spinti dalle braccia e dalla gamba sollevata.. solo in questo modo io riesco a sentirmi completamente allungata con il bacino allineato e vi dirò di più.. lo sforzo sembra passare ;o)

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