Voglia di sentirsi nuovi

Con l’arrivo della primavera inizia un processo di evoluzione che coinvolge il macrocosmo ed il microcosmo. Le piante iniziano a germogliare ergendosi verso l’azzurro del cielo, gli animali escono dalle tane e gli uomini cercano di liberarsi dalla letargia portata dall’inverno.

E’ proprio in questo periodo dell’anno che avvertiamo maggiormente l’esigenza di risvegliare la nostra mente ed il nostro corpo,  come abbiamo detto tante volte l’equilibrio tra questi due aspetti è importantissimo e legato uno all’altro. Nello yoga la purificazione è alla base della pratica quotidiana individuale perché l’impurità porta a non contattare la parte bloccata; che si tratti di una contrazione muscolare o di una costipazione intestinale o di un raffreddore, la generazione del blocco non ci permette di percepire la parte.

Come affrontare questa tipologia di “problema”?

Lo strumento principale è la pratica, il nostro destino è legato alla costanza nel praticare i rituali quotidiani. Per riprendere gli esempi indicati sopra: la contrazione muscolare può essere alleviata portando la consapevolezza sulla parte, l’utilizzo del respiro è fondamentale perché nell’inspiro ci facciamo inondare da qualcosa di nuovo e nell’espiro lasciamo andare tutto quello che ci appesantisce e ci tiene chiusi verso l’esterno. Rendiamo attivo l’espiro per poter accogliere il successivo inspiro con un approccio psico-fisico diverso da quello vigente in quel momento. Ad esempio io sento l’esigenza di aprire il torace perché mi si accentua notevolmente la contrazione all’altezza delle dorsali, molto probabilmente perché nei periodi freddi la propensione alla chiusura in avanti per via delle temperature fredde non ci fa percepire come le tensioni si depositano giorno dopo giorno in quel punto.

La costipazione intestinale è un altro aspetto sentito da tutta la popolazione, in televisione si vedono pubblicità di medicinali contro la stipsi .. di rimedi naturali per purificarsi e rendere la pelle più luminosa e chi più ne ha ne metta! C’ è effettivamente un legame tra stato interno ed esterno.. le tossine che non riusciamo a bruciare si ripercuotono sulla nostra mente, ci sentiamo tamasici ma vorremmo essere rajasici e questo ci disturba portandoci ad uno squilibrio. Io da qualche anno ho l’abitudine di praticare shank prakshalana e devo dire che la trovo un’ottima soluzione per sentirsi completamente rinnovati e rigenerati, ma se non vogliamo incontrarci con pratiche così “estreme” possiamo sempre bruciare le tossine eseguendo dei movimenti con l’addome a polmoni vuoti: agnisara dhauti. Ovviamente questa pratica è ottima se viene fatta la mattina appena svegli prima di fare colazione, l’apertura e la chiusura dell’addome porta ad un risveglio di tutti gli organi digestivi oltre alla stimolazione del perineo che viene contratto naturalmente nell’espiro per rendere la chiusura più efficace. Meglio non praticarlo se si è nel periodo mestruale perché potrebbe portare ad un flusso più abbondante, ma se si soffre di mestruazioni “pigre” potrebbe aiutarci ad attivarle… insomma dobbiamo provare con cautela e con rispetto per capire quello che ci fa male e quello che ci fa bene. L’istinto è una buona carta da giocare in questi casi… basta ascoltarlo! ;o)

Per prevenire il raffreddore si potrebbe utilizzare la pulizia delle narici, pratica utilissima per combattere le irritazioni delle mucose dipese dai pollini oppure per liberarci dallo smog cittadino: jala neti. Bisogna far attenzione a liberarci da tutta l’acqua che viene veicolata nel condotto nasale al fine di evitare che si depositi nei seni paranasali, ad esempio la sinusite è un effetto dell’infiammazione di questa parte. Effettuo tutte le mattine questa pratica e devo dire che i miei raffreddori non sono più violenti ed incontrollati come prima, inoltre le mie narici sono più pronte ad avvertire la differenza di temperatura dell’aria in entrata ed in uscita.

Riepilogando: il lavoro con il corpo in funzione del respiro ci aiuta a non sentire la fatica,  la consapevolezza è sull’azione che stiamo svolgendo. In questo modo scoviamo le nostre chiusure e sviluppiamo il senso dell’ascolto interno.

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