Il Mantra

Il Mantra è un simbolo sonoro attraverso il quale possiamo agire a livello di mentale profondo. I primi accenni di Mantra si trovano nel Rg Veda, dettagli piu’ tecnici si trovano nelle Upanishad, mentre metodologie ed indicazioni si trovano nei testi tantrici.

Il Mantra fa parte del Dharana negli otto anga di Patanjali, poiché la ripetizione  che viene effettuata per un periodo di tempo porta il praticante ad uno stato di concentrazione; consiste in una formula sacra composta da brevi estratti dei Veda e dai bija mantra. Nella sua recitazione é necessaria una giusta pronuncia, una corretta intonazione ed una contemplazione dell’immagine a cui corrisponde il suono. Questa ultima ha due qualità conosciute come:

  • VARNA, colore e forma
  • AKSARA, uno volta manifesto diventa parte del Creato

L’etimologia della parola Mantra deriva da MAN (mente, manas, contemplazione) e TRA (espansione, illuminare, liberare..), per tale motivazione può essere tradotto come “espansione della Coscienza”.  Da questo possiamo capire che il lavoro svolto attraverso i Mantra comprende una vibrazione a livello fisico ed a livello mentale. Si parla di una vera e propria meditazione che va oltre la purificazione e la concentrazione della mente, che per sua natura è dispersiva. L’emissione del suono di una determinata lettera corrisponde al risveglio dell’energia della parte del corpo corrispondente, questo perchè le lettere sanscrite sono state concepite per avere una corrispondenza nel corpo; una volta che il suono viene coniato viene impresso nella mente cosmica e non viene più cancellato. Lo scopo del Mantra è passare dalla molteplicitá dei suoni a suoni più condensati fino ad arrivare al concetto di Unità, che poi é lo scopo di tutti i cammini yogici. Gli yogi distinguono quattro stadi di passaggi dalla vibrazione originaria al suono, vediamo quali sono:

  • PARA: La più alta forma di vibrazione sonora. In questo stadio non esiste nè silenzio nè suono, solo musica silenziosa.
  • PASHYANTI: In questo stadio c’é una prima manifestazione sonora, molto sottile ed ancora vicina al suono originale.
  • MADHYAMA: In questo stadio il suono si manifesta e viene processato dalla mente. Le sillabe sono differenziate e scaturiscono delle azioni nella mente. La percezione é solo a livello della Buddhi e non é percepibile all’esterno.
  • VAIKHARI: In questo stadio il suono é provocato dalla percussione di oggetti materiali  e quindi é un suono che il fisico riesce a percepire.

Con il passare degli anni il potere dei Mantra é stato tenuto nascosto proprio perchè il potere delle parole ha un gran valore, soprattutto se trasmesse dal Guru, in una forma sua personale, al discepolo. Agiscono sull’individuo anche se non se ne conosce il significato vero e proprio, possono essere recitati individualmente oppure collettivamente. Inoltre i Mantra possono essere recitati a voce alta oppure possono essere abbinati ad una musica; in questo ultimo caso si parla di Kirtan, una pratica molto efficace che abbina il potere della musica e della melodia al potere del Mantra stesso.

Quando pronunciamo il Mantra facciamo vibrare la nostra sostanza pranica, che é della stessa natura della sostanza pranica Cosmica, e cerchiamo di ristabilire il contatto tra i due. La recitazione ripetuta si chiama JAPA che significa appunto: ripetizione, ruotazione. Per evitare che questa recitazione ripetuta diventi automatica si puo’ ricorrere a due accorgimenti: 

  • l’uso del MALA, strumento esterno simile al rosario
  • L’utilizzo del respiro nella recitazione e ripetizione sia a voce alta  che mentalmente. Nel primo caso dobbiamo sottolineare l’efficacia anche sul piano fisico poiché l’utilizzo della voce alta porta ad una respirazione piu’ lunga e quindi ad una maggiore ossigenzione  del corpo. Nel secondo caso l’effetto a livello pranico é intensificato e quindi si crea un maggiore equilibrio tra i due corpi.

La pratica Japa é utile poiché ci avvicina alla meditazione, c’é quindi un maggiore sviluppo della coscienza e della consapevolezza, proprie delle basi della disciplina yogica.

Esistono diversi esercizi da poter praticare in autonomia per avvicinare il movimento all’emissione di una sillaba, per portare un esempio si può sbloccare il collo emettendo le vocali A-E-I-O-U in una sola espirazione.

Il suono prodotto dalla respirazione é un Ajapa, generalmente é udibile attraverso la pratica dell’ujjayi; nella fase inspiratoria ed in quella espiratoria é udibile il fruscio dell’aria senza sforzo alcuno. “So-Ham” é un esempio di mantra sacro appartenente alla categoria indicata poco fa. La sua ripetizione può essere eseguita in un cerchio dove l’inspiro é “So” e l’espiro é “Ham”, in questo modoci riportiamo al concetto di infinito del Divino poiché durante la ripetizione diventa un Mantra di identificazione coscienziale e si teamuta in “Ham So”, ovvero “io sono Lui”.

il Mantra ripetuto verbalmente é chiamato VAIKHARI, mentre ripetuto sommessamente UPAMSU, ripetuto mentalmente é detto MANASIKA. In questa ultima tipologia di ripetizione si va a creare un circuito energetico interno privo di dispersione in grado di aumentare la concentrazione, come detto fino ad ora.

In riferimento a questo argomento posso indicarvi due testi che ho utilizzato per  avere una visione generale:

  1. I mantra. Sacre parole di potenza di John Blofeld – Edizioni Mediterranee
  2. Mantra Madre. Le tradizioni e le pratiche segrete del matrimonio mistico e del risveglio di Selene Calloni Williams – Edizioni Mediterranee
  3. Mantra e Nada Yoga di Sri R. Rsi Priya – Edizione Mediterranee

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