Ujjayi

Ujjayi è uno dei principali pranayama ed è un elemento importante in molti asana dove la gola viene chiusa (volontariamente o per effetto della posizione stessa).

Relativamente all’etimologia della parola A.V. Lysebeth dice quanto:

Qualche volta Ujjayi è scisso nel prefisso ‘Ud’, elevarsi e ‘Jaya’ che è un’antica forma di saluto in India. Per estensione, Ujjayi significherebbe ‘ciò che si esprime ad alta voce’, in quanto questo pranayama non è silenzioso. Altri affermano che Ujjayi significa ‘ciò che porta al successo’ o il ‘Vittorioso’ perché il torace deve essere espanso come il petto di un guerriero….

Esistono due modalità di esecuzione classiche, una delle quali è più indicata a praticanti più esperti per la capacità di ascolto del proprio corpo e delle proprie sensazioni.

Quanto trattiamo ujjayi come un pranayama è meglio assumere una posizione seduta comoda con il dorso delle mani sulle ginocchia corrispondenti (A.V Lysebeth suggerisce anche di assumere jnana mudra con le mani). Qualsiasi posizione venga assunta la colonna vertebrale deve essere allineata con la cintura addominale controllata. La glottide deve essere parzialmente chiusa, pertanto è necessario contrarre lievemente in muscoli del collo all’inserzione delle clavicole. In questo modo l’aria in entrata e in uscita si assottiglia e si allunga emettendo un suono caratteristico.

Inspirando far entrare l’aria nelle narici fino a riempire la gabbia toracica, portare l’attenzione alla gola e al suono “sordo” che viene emesso dalla glottide bloccata. Dopo essere rimasti per qualche secondo a polmoni pieni e aver leggermente accentuato la chiusura espirare delicatamente rilasciando leggermente la glottide, notare che anche nella fase di fuoriuscita si emette lo stesso suono ripeto tipico dell’ujjayi.

L’espirazione deve essere più lunga dell’inspirazione, è possibile avvicinarsi a questa pratica lasciando le due fasi di una durata naturale per poi piano piano raffinare la tecnica. Inoltre, è importante  mantenere uno stato mentale calmo e concentrato sulla parte che si sta trattando per entrare in contatto anche a livello sensoriale e non solo pratico.

Ujjayi può essere praticato anche in asana specifici oppure in piedi camminando, la sua particolarità è proprio quella di adattarsi alle esigenze delle vari pratiche senza variare i benefici.

I suoi benefici sono molteplici, ve ne elenchiamo alcuni:

  • controlla gli stati di agitazione producendo calma mentale
  • facilita l’interiorizzazione
  • prepara alle tecniche di concentrazione
  • aiuta coloro che soffrono di problemi cardiaci e/o di ipertensione
  • genera calore

In questa parte finale dell’articolo vi indichiamo quanto viene indicato nell’Hathayoga Pradipika (II, 51-53)

51. Dopo aver chiuso la bocca, si inspiri lentamente l’aria con entrambe le narici, così che essa, risuonando, pervada il corpo dalla gola al cuore“.

52. Si trattenga il prana come in precedenza e poi lo si espiri attraverso ida. Questo distrugge le malattie della gola causate dalla flemma e aumenta il fuoco gastrico nel corpo“.

53. Esso pone termine alle affezioni delle nadi, all’idropisia e alle malattie che interessano i costituenti del corpo. La ritenzione del respiro chiamata ujjayin può essere eseguita sia stando fermi che camminando“.

E quanto indicato dalla Gheranda Samhita (V, 64-65-66-67)

64. Inspiri l’aria con entrambe le narici e la si trattenga nella bocca; la si espella, poi, da petto e gola e la si trattenga in bocca”.

“65. Si purifichi così la bocca e, chinato il capo, si esegua il jalandhara bandha e si effettui finchè possibile la ritenzione del respiro”.

“66. Dopo aver eseguito l’ujjayi kumbhaka si può compiere ogni impresa e non si verificano affezioni del flegma, flatulenza, indigestione”.

“67. nè costipazione, tisi, febbre, affezioni epatiche. si esegua l’ujjayi kumbhaka per annientare vecchiaia e morte“.

Vi lascio il link di due video youtube a cui si fa riferimento a ujjayi.

Buona pratica.

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