Anjaneyasana

Anjaneya e’ il figlio di Anjana, il quale fu una creatura celeste che nacque sulla terra come vanara (razza mitologica di uomini scimmia), a causa di una maledizione.

Nella pratica di anjaneyasana l’apertura del torace comporta una stimolazione di anahata chakra, inoltre si va incontro ad una elasticizzazione della colonna vertebrale per via della flesso estensione. La base del corpo deve essere stabile e confortevole per permettere la corretta esecuzione; l’ileo-psoas della gamba posteriore viene allungato, mentre la gamba flessa in avanti subisce il rafforzamento del quadricipite e del ginocchio. La braccia, che contribuiscono nella fase finale dell’asana alla flesso estensione,  vengono portate verso l’alto ai lati della testa.

Anjaneyasana può essere assunta in ambedue le fasi respiratore, gli effetti sono diversi poiché:

– se l’asana viene assunta a p.p. la flesso estensione è limitata. L’aumento della pressione intraddominale e dell’azione del diaframma, che va verso il basso, provocano una spinta degli organi verso il basso proteggendo la parte lombare.

– se l’asana viene assunta a p.v. la flesso estensione è più accentuata. In questa fase bisogna fare attenzione alla parte lombare la quale potrebbe essere maggiormente sollecitata. Puntare le dita del piede posto dietro al pavimento potrebbe aiutare il praticante a non ‘chiudere’ troppo le vertebre lombari.

Coloro che soffrono di ipertiroidismo devono eseguire questo asana facendo attenzione alla posizione della testa la quale deve rimanere sulla linea delle braccia con il mento verso lo sterno, come se si volesse accennare ad un piccolo si.:-)

Qualora ci fossero problemi alle spalle è possibile mantenere le braccia ai lati del busto con i palmi rivolti verso l’esterno. In questa modalità di esecuzione secondo il mio punto di vista è più semplice sentire le scapole vicine una all’altra.

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